Intervista a Marco Olivieri, autore della duologia dark fantasy La Guerra della Rosa Nera

Qualche settimana fa Giovanni Poli si è raccontato e ci ha parlato di come è arrivato a scrivere il suo romanzo d’esordio Isaihas. Nell’intervista di oggi vi raccontiamo Marco Olivieri e la sua duologia La Guerra della Rosa Nera, romanzi dark fantasy basati sui giochi Black Rose Wars e Nova Aetas di Ludus Magnus Studio

arco è sempre stato appassionato di letteratura, in particolare fantasy, e di scrittura. Ha poi deciso di unire questa sua passione al mondo ludico. Scrivere i racconti introduttivi dei personaggi presenti nel manuale del gioco Black Rose Wars e delle espansioni del Kickstarter non gli è bastato, e quindi è arrivato da noi di Myth Press per concludere l’opera.

Ciao Marco. Ci racconteresti come e quando ti sei avvicinato alla scrittura?

«Il mio approccio alla scrittura è stato sempre strettamente legato al mondo dei giochi di ruolo. Ho iniziato a scrivere per cercare di espandere le emozioni provate attorno al tavolo e renderle ancora più intense e concrete. Da quel mondo è nata una vera passione che poi si è allargata anche ai giochi da tavolo moderni, tramite i quali ha preso il via la mia idea di realizzare storie ispirate proprio a loro».

Come mai hai scelto di scrivere fantasy?

«La scelta di questo genere è anche questa una conseguenza dei giochi di ruolo che, come capostipite, porta il nome di Dungeon & Dragons. Grazie a questo gioco mi sono affacciato alla letteratura fantasy e di conseguenza anche alla scelta del mio genere di scrittura».

Che cos’è per te il fantasy?

«È un mondo oltre il mondo, dove poter raccontare una storia che sia attuale senza le briglie del mondo moderno».

Passiamo ora ai romanzi che hai scritto per Myth Press. Come ti è venuta l’idea per La guerra della Rosa Nera (Volume I e II)?

«Tutto è partito dal video di presentazione del gioco da tavolo di Black Rose Wars. Ne sono rimasto totalmente affascinato. Poi ho analizzato meglio il gioco e la sua ambientazione rinascimentale italiana con un carattere dark fantasy mi ha convinto del tutto: dovevo raccontare quel gioco come nessuno aveva mai fatto prima».

Senza fare spoiler, quale pensi sia il punto di forza de La guerra della Rosa Nera (Volume I e II)?

«L'ambientazione è sicuramente un elemento molto forte del romanzo. Il fatto che ci sia la nostra storia rivista sotto un'ottica fantasy credo sia molto interessante. Però mi piace pensare che anche lo stile narrativo con cui è stato scritto abbia una grande rilevanza».

Quale è stato l’aspetto più difficile da affrontare nella stesura de La guerra della Rosa Nera (Volume I e II)?

«Per quanto lo studio della storia e il legame che tutto il romanzo abbia con il gioco siano stati due elementi molto complessi da gestire, la vera difficoltà è stata quella di tenere l'idea iniziale di un unico volume di quasi trecento pagine. Durante la stesura il numero di elementi da trattare è stato così elevato che mi è stato impossibile rimanere in quel range e, proprio per questo motivo, abbiamo dovuto dividere il romanzo in due volumi».

Qual è il personaggio de La guerra della Rosa Nera (Volume I e II) a cui sei più affezionato?

«Irene, senza dubbio. Lei è la mia piccola creatura che si interfaccia con un mondo del quale non conosceva nulla e che, alla fine, la traghetterà in un destino molto più grande di quello che si aspettava. Inoltre, vederla cresciuta nel nuovo Kickstarter della Ludus Magnus Studio: Black Rose Wars Rebirth, mi ha riempito il cuore di orgoglio».

C’è qualche ricordo particolare legato a La guerra della Rosa Nera (Volume I e II) che vorresti condividere con noi?

«L’e-mail in cui ho potuto dare conferma con "si stampi" al primo volume. Un'emozione difficile da paragonare».

A che tipo di lettore consiglieresti La guerra della Rosa Nera (Volume I e II)?

«Mi piace poter pensare a una multi-categoria di lettori. Perché credo che lo stile e la natura di tutta l'opera la rendano ideale per chi voglia conoscere qualcosa di più sul mondo dei giochi di Black Rose Wars e Nova Aetas, ma anche a coloro interessati a un'avventura in un mix tra la nostra storia e le nostre leggende, senza per forza conoscere il mondo dei Giochi da tavolo».

C’è qualcosa che vorresti aggiungere per i tuoi lettori?

«Vorrei dire che adoro la scrittura emozionale e sono dell'idea che bene e male non siano mai da definire chiaramente. Quando racconto una storia lascio sempre molto spazio al lettore di scegliere i propri personaggi preferiti e credo che i due volumi de La Guerra della Rosa Nera riportino perfettamente tutte queste caratteristiche».

 

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